PROGRAMMA
Saluti
Massimo Mori, Presidente Accademia delle Scienze
Piero Gastaldo, Presidente Fondazione 1563
Presiede e introduce
Michela Di Macco, Accademia delle Scienze
Intervengono
Sara Abram, Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale
Federica Panero, Storica dell’arte
Francesca Bocasso, Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo
Ambra d’Aleo, Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale
Abstract
La prima grande mostra sul Barocco Piemontese si tiene a Torino nel 1937. La organizza in palazzo Carignano l’allora direttore dei Musei Civici di Torino, Vittorio Viale che, in 41 sale dense di pittura, scultura, arredi, ceramiche, tessuti, oreficerie, senza tralasciare architettura, scenografia e rievocazioni d’ambiente, mette a fuoco le conoscenze relative alla produzione artistica piemontese tra XVII e XVIII secolo. In assenza del catalogo - previsto ma mai edito - la fisionomia della mostra si è però dissolta e parzialmente rifusa nella celebre Mostra del Barocco del 1963, a cura dello stesso Viale.
Chiavi di accesso per la sua ridefinizione critica sono state la documentazione archivistica e la campagna fotografica, costituita da 1340 negativi su lastra e conservata presso la Fondazione Torino Musei.
L’Accademia delle Scienze, che è impegnata ad organizzare una serie di incontri di riflessione sul tema della valorizzazione, del restauro e della conservazione dei Beni culturali, con l’intento di far emergere che nel settore dei Beni Culturali il raggiungimento di risultati eccellenti è conseguenza del dialogo fra diverse discipline, ha individuato come tema del secondo incontro del terzo ciclo il restauro, la conservazione e la digitalizzazione dei suddetti negativi su lastra.
Lo studio del fondo fotografico, le relative operazioni di restauro, conservazione e digitalizzazione, e la ricostruzione web del percorso espositivo sono importanti poiché hanno permesso di recuperare l’identità di un evento che rappresenta l’antecedente misconosciuto delle mostre sul Sei e Settecento piemontese dal secondo dopoguerra in poi.